Il Giorno: Antilopi e ippopotami da curare: la clinica universitaria non si ferma

Antilopi e ippopotami da curare: la clinica universitaria non si ferma
15 marzo 2021 | Rassegna stampa

Lodi - L’ultimo ingresso una settimana fa: un esemplare di antilope, proveniente da un parco faunistico del Nord Italia, che è ancora oggi è ricoverata nell’ospedale veterinario universitario di Lodi. Recentemente anche un altro curioso intervento, questa volta senza necessità di ricovero, con la sterilizzazione di un ippopotamo. A gestirli sempre l’equipe della clinica veterinaria collegata alla Facoltà di Veterinaria della Università Statale che l’8 marzo scorso ha festeggiato i cinque anni di attività. Un’eccellenza del territorio, e non solo. Nella struttura lodigiana, dove si curano grandi e piccoli animali, negli anni, l’equipe della clinica veterinaria di Lodi è diventata famosa per aver curato Obelix, una tigre da 200 chili, ma anche un panda rosso, per una tac, e dei canguri, per esami cardiologici. Oltre a cavalli, bovini e suini, molto diffusi nel territorio.

«Siamo soddisfatti dell’attività svolta in questi anni – dichiara il direttore dell’ospedale veterinario, Saverio Paltrinieri –. Ogni mese gestiamo circa 6-700 visite, divise tra piccoli e grandi animali. E con la pandemia siamo riusciti anche a realizzare un sistema di telemedicina per permettere i controlli di ferite o altro direttamente attraverso uno schermo. Soprattutto per i grandi animali cerchiamo in tutti i modi di evitare grandi spostamenti, che sono spesso stressanti per loro. Per questo tutto quello che si può fare lo facciamo in loco".

Tra le novità degli ultimi mesi anche l’utilizzo di prototipi di animali molto realistici, in cui viene anche simulata la circolazione sanguigna, e che vengono usati come test per gli studenti prima di affrontare dal vivo le sale operatorie. "Con la pandemia abbiamo fornito a tutti gli studenti i Dpi, con mascherine e visiere - spiega Mauro Di Giancamillo, direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria -. Fino a quando abbiamo potuto l’attività di laboratorio è stata svolta in presenza, con capienza fino al 50%. Per gli altri abbiamo attivato anche le lezioni in streaming, grazie alle webcam installate in sala operatoria".

Fonte: il Giorno/Lodi